Attraverso la radiestesia si può stabilire un contatto con il proprio ambiente, un ambiente che è assai più complesso e articolato di quello realizzato attraverso i cinque sensi “normali”. Con il termine radiestesia vengono indicate le capacità extrasensoriali dell’uomo di recepire, in determinate condizioni, informazioni trasmesse dall’ambiente che non sono accessibili ai cinque sensi “normali”, né possono essere registrate mediante apparecchi fisici. Si differenzia dalle altre forme di percezione extrasensoriale per il fatto che le reazioni dell’organismo umano alle informazioni provenienti dal dominio dell’extrasensoriale si manifestano attraverso il movimento degli strumenti radiestesici che si trovano in mano al radiestesista. Lo strumento radiestesico più comunemente usato in passato era la bacchetta che spesso veniva chiamata dal popolo, con un tocco di misticismo, la bacchetta divinatoria. All’uso della bacchetta è dovuto appunto il termine di “rabdomanzia”, accolto sin dai tempi più remoti e ancora oggi usato in molti paesi.
Il termine “radiestesia” è un neologismo introdotto in epoca più recente (dal latino radiale più il greco aisthanomai – “sento”, “percepisco”) e denota la facoltà di percepire le radiazioni. Per radiazioni, in senso più stretto, intendiamo le radiazioni prodotte dalle correnti d’acqua, dalle fratture geologiche (crepe tettoniche), oppure dai giacimenti di minerali. In senso più ampio intendiamo tutte le informazioni presenti nella sfera extrasensoriale, che supponiamo ci vengano trasmesse in forma di radiazioni. Ne consegue che il termine “radiestesia” è più adeguato di “rabdomanzia”, anche considerando il fatto che la bacchetta non è il solo strumento usato dalla radiestesia.
Al giorno d’oggi la ricerca radiestesica viene svolta con l’ausilio di numerosi altri strumenti dalle caratteristiche assai varie. Nel Dizionario di parole straniere di Bratoljub Klaic, la voce “radiestesia” viene spiegata come “fenomeno di particolare
sensibilità alle radiazioni che si riscontra in certe persone, le quali, di conseguenza, con l’ausilio della cosiddetta bacchetta divinatoria (oppure di uno strumento meccanico dotato delle medesime caratteristiche) sono capaci di scoprire giacimenti di acqua, di minerali e di altre materie, che si rilevano anche difficilmente accessibili ai comuni strumenti di ricerca”.
A cura di Arianna Mendo